L’affidamento dei minori ai nonni in caso di morte di uno dei genitori e decadenza della responsabilità genitoriale dell’altro rappresenta una misura volta a garantire il benessere del minore in situazioni familiari complesse.

Quando un minore perde un genitore e l’altro è dichiarato incapace di esercitare la responsabilità genitoriale (per ragioni come dipendenze o incapacità psichiche gravi), secondo quando previsto dal nostro ordinamento, il giudice è chiamato a fare un’attenta valutazione delle figure di riferimento più vicine al minore che possano garantire un ambiente stabile e sicuro. Non di rado tale figura coincide proprio con quella dei nonni che spesso hanno già un legame affettivo consolidato con il minore.

Proprio in virtù della continuità affettiva che può sussistere, l’affidamento ai nonni viene considerato una soluzione spesso preferenziale. In ogni modo, prima che l’affidamento sia concesso, è necessario dimostrare che in capo ai nonni vi siano le capacità e le risorse necessarie per potersi occupare del bambino, tenendo altresì conto dell’età di quest’ultimo. Inoltre, il giudice (Il pregiudizio del minore arrecato dal genitore: riflessi sulla responsabilità genitoriale.) valuta la volontà del minore stesso, così da rispettare il suo diritto a vivere in un ambiente sereno.

In alternativa, se secondo il giudice i nonni (Genitori impossibilitati al mantenimento, devono intervenire i nonni) non dovessero essere adeguati, si devono valutare altre soluzioni, come l’affido agli zii o ad altri parenti stretti ovvero, in ultima istanza, ricorrere al collocamento presso una famiglia affidataria o in comunità.

Tali principi sono racchiusi negli artt. 317 bis c.c. e  337 ter c.c. e l’obiettivo ultimo deve essere sempre quello di tutelare il minore, così che possa vivere e crescere in un ambiente il più possibile sereno.