La Procreazione Medicalmente Assistista (PMA) è una tecnica medica che può aiutare le coppie che desiderano figli in caso di infertilità o ridotta fertilità.

La fecondazione eterologa è un tipo di PMA che permette la formazione di un embrione grazie al contributo di un terzo soggetto, rispetto alla coppie, chiamato donatore o donatrice.

La legge che si occupa di fecondazione assistita è la L. n. 40/2004 che nella sua scrittura originale vietava la tecnica della fecondazione eterologa. Grazie alla pronuncia della Corte costituzionale del 2014, (sent. 162/2014) il divieto di fecondazione eterologa è stato eliminato dalla legge. 

L’articolo 5 della legge citata si occupa dei requisiti che la coppia deve avere per accedere alla tecnica: deve essere una coppia convivente o coniugata, maggiorenne, in età potenzialmente fertile ed eterosessuale.

Recentemente è stata sollevata la questione dell’accesso alla fecondazione eterologa per le coppie dello stesso sesso. Il caso si è verificato nel 2018 quando una coppia di due donne si è rivolta al Tribunale di Pordenone in quanto la loro richiesta di accesso alla fecondazione eterologa era stata rigettata. Il Tribunale di Pordenone (ord. di remissione 2/7/2018 n. 129) ha così sollevato la questione alla Corte costituzionale che ha dato una sua risposta lo scorso ottobre (sent. 23/10/2019 n. 221).

La decisione della Corte costituzionale è stata negativa in quanto la lettera della L. 40 è chiara nel permettere solo alle coppie di sesso diverso di accedere alla tecnica di fecondazione eterologa: in questo modo la Corte non ha voluto inserire una discriminazione tra le coppie di sesso diverso e dello stesso sesso, ma ha voluto rispettare la volontà del legislatore che non ammette che coppie dello stesso sesso possano avere dei figli.