La Corte europea dei diritti dell’uomo il 10 aprile 2019 ha reso un parere in risposta ad una questione tanto delicata quanto fortemente dibattuta in materia di maternità surrogata.

I giudici francesi si erano rivolti infatti alla Corte EDU per un consulto circa una richiesta di riconoscimento di un certificato di nascita di due minori nati in California attraverso la “maternità surrogata”. 

La questione controversa è se il rifiuto di trascrivere nei registri dello stato civile francese il certificato di nascita di un bambino nato in uno Stato estero grazie al ricorso alla maternità surrogata, superi o meno il margine di discrezionalità di cui dispone ex art. 8 CEDU a tutela del diritto al rispetto della vita privata e familiare.

La risposta offerta dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel suo recentissimo parere è nel senso di ritenere che è precluso alla madre richiedente non biologica ottenere la trascrizione nel registro dell’ufficio civile. La trascrizione del certificato di nascita di un minore nato da maternità surrogata praticata all’estero è possibile solamente nel caso in cui il padre richiedente  sia il padre biologico, a condizione che designi il padre «intenzionale», quale padre del bambino.

La moglie del padre avrà quindi la possibilità di adottare il minore, ovviamente qualora le condizioni legali siano soddisfatte e se l’adozione realizzi il miglior interesse del minore.